di Redazione –
Lo diciamo senza mezzi termini e con assoluta certezza. E se qualcuno pensa che sia solo perbenismo o ideologia politica, ci affidiamo alle parole di chi, ogni giorno, combatte contro la droga per salvare la vita a migliaiia di ragazzi che con la droga hanno perso il cammino.
Antonio Tinelli – Comunità San Patrignano
Quello che a noi preoccupa è il totale annullamento della percezione del rischio. Il 98% dei ragazzi che entra a San Patrignano ha iniziato fumando cannabis. Anche i minorenni (che sono sempre di più) hanno già alle spalle anni di uso di sostanze e, quando arrivano, possono essere definiti in qualsiasi modo, fuorché ricreati. Sgretolati, piuttosto. Chiedetelo a noi che effetti ha la cannabis, chiedetelo ai nostri ragazzi. O ai medici della nostra comunità. Normalizzare il consumo significa affidare il nostro futuro a degli zombie, significa avere un paese strafatto, affidato a trentenni consumatori abituali di sostanze, che avranno il cervello leso dagli effetti dei cannabinoidi con conseguenze enormi sul piano sociale, su quello etico e sulle spese dello Stato. Il paradosso è che siamo ancora qui a parlare di ‘legalizzazione SI’ –‘ legalizzazione NO’ quando, nella realtà, nel nostro Paese la droga è già stata legalizzata.
Don Antonio Mazzi – Comunità Exodus
Noi diciamo di no alla liberalizzazione della droga perché siamo degli educatori. Innanzitutto per questo. Poi ci sono riflessi politici ed economici, ma vengono dopo. Il problema della mafia che controlla il traffico della droga, e che può risentire o meno un danno dalla sua legalizzazione, non è la priorità. Ci sono ricadute sociali e politiche di una proposta di legge come quella sulla droga, ma è sbagliato come prospettiva e come strategia metterle all’inizio. Occorre pensare prima alla persona. Bisogna educare i giovani a ideali forti. Occorre proporre un’altra visione della vita. Far loro vedere che ci sono grandi fascini da scoprire. Invece, si propone lo spinello come una priorità dell’adolescenza. È incredibile.
Giovanni Ramonda, – Comunità Papa Giovanni XXI
“Legalizzare la vendita della cannabis aumenterebbe la domanda: la norma diventerebbe cultura”,: “Proporre che lo Stato legalizzi e tragga profitto dall’uso delle droghe, per poi finanziare i percorsi di recupero, è perversione ideologica”.